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Drupal si apre alle pubbliche amministrazioni…e all'open data

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Estratto da ForumPa

Il prossimo 3 dicembre a Roma si terrà il Drupal Day un evento pensato per far incontrare le esigenze tecniche e le necessità di business di imprenditori, manager, sviluppatori, art director, amministratori pubblici e decision maker che utilizzano la piattaforma Drupal. Gianluigi Cogo, Segretario Generale dell’Associazione opengovitalia ha intervistato Stefano Mainardi, uno degli organizzatori dell’evento. Vi proponiamo il testo dell’intervista per capire meglio di cosa stiamo parlando e quali sono le opportunità per una pubblica amministrazione che abbia intenzione di adottare Drupal per la gestione per propri contenuti on line.

Buongiorno Stefano, puoi descrivere Drupal a chi non lo conosce?
Drupal è un CMS (Content Management System), è un “prodotto per fare siti” ed è anche un framework applicativo. Non riuscirei sinceramente a racchiuderlo in una precisa definizione. Per via della sua natura modulare e “general purpose” oggi è una piattaforma software in grado di adattarsi alle più svariate esigenze. Non ho paura a definirlo uno dei progetti open source più riusciti di tutti i tempi: una comunità mondiale composta da 630 mila persone tra sviluppatori, volontari, creativi e semplici supporter. Una piena espressione di quelli che sono i valori e i vantaggi del modello del software libero.

Sappiamo che lo usa anche la Casa Bianca, ma perché dovrebbe usarlo una pa in Italia? Quali vantaggi immediati?
Il fatto che il sito della Casa Bianca sia stato sviluppato con Drupal rappresenta un caso emblematico. Un processo governativo che è partito con l’amministrazione Obama verso un cambio tecnologico a favore del software libero in tutti i settori delle amministrazioni pubbliche. Questo porterà ben 24 mila siti istituzionali su Drupal e su infrastrutture aperte. Un modo intelligente per svincolarsi definitivamente dal “vendor lock-in” imposto dai grandi gruppi IT, e dalle soluzioni proprietarie, spostando quindi i budget non sull’acquisto di licenze e di royalties ma sullo sviluppo di servizi e la creazione di valore. Con Drupal si eliminano innanzitutto gli inutili costi di licenza, si ha una piattaforma sempre aggiornata e sempre all’avanguardia sulle nuove tecnologie, si può inoltre disporre  gratuitamente di centinaia di add-on per le più specifiche esigenze. Gli utenti possono quindi fare deploy delle applicazioni web velocemente e con costi nettamente minori. Un altro punto di forza è senza dubbio la community, tutti i giorni, in tutto il mondo, nell’ecosistema Drupal ci sono sviluppatori che lavorano a nuove idee, sono loro il vero cuore pulsante dell’intero progetto.

Nel Drupalday riservate un intero percorso/tema alla PA. Perché è così importante?
Assieme alle altre aziende organizzatrici dell’evento, abbiamo pensato di dare al DrupalDay un taglio meno “geek”. Crediamo sia arrivato il momento di iniziare ad aprire le porte ad attori, oltre a quelli puramente tecnologici, per portare loro casi di successo di PA che sono passate a Drupal, ma anche per raccogliere e condividere le loro esperienze. Questa occasione potrebbe essere un momento importante di incontro tra due mondi che difficilmente in Italia riescono a comunicare: quello istituzionale e quello tecnologico. Personalmente ho speso molte energie a creare interesse attorno a questo argomento e spero davvero di raccogliere consensi.

Cos’è DrupalPA?
DrupalPA è l’espressione della flessibilità di Drupal, e di quanto questa piattaforma possa essere declinata in diversi modi. Si tratta sostanzialmente di una “distribuzione” Drupal pensata per la PA italiana. Essa segue, quindi, tutte le norme di accessibilità dei contenuti, sia per quanto riguarda la visualizzazione sia per la creazione. Oggi le PA hanno soluzioni e tecnologie sotto gli occhi, ma ancora non riescono a vederle.

Quest’anno parlerete di Open Data e proporrete delle soluzioni. Quali?
Siccome è un argomento che ci sta a cuore, abbiamo deciso di aggiornare e rivedere il talk che abbiamo tenuto all’ultimo Phpday  dedicato, appunto, a Drupal e open data, indirizzandolo ad un pubblico meno tecnico e più vicino alle applicazioni reali. Oggi la maggior parte dei siti che distribuiscono dati apertamente usano  Drupal (anche il recentissimo dati.gov.it). Sembra quasi sia diventato uno standard de facto per la creazione di piattaforme web per la distribuzione dati. Siamo contenti di questo, ed abbiamo pensato di sviluppare e presentare un toolkit basato su Drupal che, grazie a tutti gli strumenti necessari, sia in grado  in pochi click di permettere ad una PA di distribuire dati apertamente.

Cosa ne pensate di Appsforitaly?
Seguiamo da tempo e con molto interesse il movimento dell’ open data, sia internazionale che nazionale. Il meccanismo dei “contest” è stato vincente in molti situazioni in quanto ha stimolato la community di sviluppatori e creativi a dare alla luce  idee ed applicazioni fortemente innovative. Ciò ha dato un chiaro segnale riguardo ai vantaggi della “liberazione” dei dati. Le pubbliche amministrazioni oggi sono i più grandi produttori di dati al mondo: seguendo delle semplici best-practices e pubblicando i dati in rete, potranno solamente trarre dei vantaggi e sviluppare un nuovo ecosistema economico basato su di essi. Apps4Italy è una grande iniziativa e speriamo possa in qualche modo incentivare le PA italiane a rilasciare “datasets” permettendo loro di parecipare attivamente a questa “innovazione”. Pur esistendo casi eccellenti di amministrazioni pubbliche, in Italia vi è ancora molta paura a rilasciare i dati, ci si scontra sempre con la scarsa cultura della condivisione e una certa reticenza verso le nuove tecnologie.

Pensate che la vostra azienda sarà fra i protagonisti che svilupperanno applicazioni utili e vantaggiose per la gente?
Pensiamo sia fondamentale iniettare nel mercato soluzioni open source in modo da aiutare le PA nella distribuzione, la manipolazione e la pubblicazione dei dati. Si!  Parteciperemo e faremo del nostro meglio per supportare questa iniziativa. Soprattutto perché crediamo che l’innovazione sia un processo bottom-up, in cui la spinta dal basso è il vero motore in grado di accelelare il cambiamento. E anche per questo che stiamo collaborando con le community come SOD, il cui ruolo è stato fondamentale per il movimento open data italiano.

Ci parli un po’ di te e come sei arrivato a questo livello di competenza?
Ho trent’anni compiuti da poco e sono stato sempre spinto dalla passione e dalla curiosità verso la tecnologia, ho cercato nel tempo di trasformare tutto ciò  in una professione, senza dimenticare mai il lato ludico di questo mondo . Sono stato sempre un grande sostenitore del software libero, nel 2004 ho fondato assieme a mio fratello Paolo (tra l’altro gemello!) ILDN: un progetto completamente no-profit, con solo scopo divulgativo, atto a creare un network di portali italiani dedicati a Linux divenuti in breve tempo il punto di riferimento italiano per il mondo Linux. Probabilmente è il progetto di cui andiamo più fieri. Quattro anni fa, sempre con Paolo, spinti da un idea imprenditoriale abbiamo creato Twinbit con la volontà di portare sul mercato la nostra visione e il nostro entusiasmo. Twinbit, è appunto un gioco di parole sul nostro essere gemelli. Abbiamo scelto Drupal (dopo aver lavorato per anni con altre tecnologie) in quanto è uno strumento che ci ha permesso di conciliare le esigenze dei clienti con le nostre modalità di sviluppo e la nostra filosofia di condivisione. Grazie alla collaborazione di persone e professionisti che condividono le nostre idee il team di Twinbit è in crescita, e questo ci fa credere nel sogno di diventare una realtà di riferimento per il mercato Drupal italiano.



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